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Prestiti il nuovo divieto introdotto in Turchia rilancia la Lira

Per arginare la caduta della Lira, il governo turco ha deciso di varare una nuova mossa sulle banche. Ha infatti annunciato che gli istituti locali non potranno concedere nuovi prestiti in Lira, se le valute estere sui loro libri contabili ammontano a più di 15 milioni TRY, oppure superano il 10% del loro patrimonio totale o dei ricavi annuali.

La mossa sui prestiti

prestiti turchiaLa decisione delle autorità è uno dei tentativi più forti fatti quest'anno per sostenere la valuta Nazionale senza ricorrere ad un aumento dei tassi.
Come sappiamo, a questa ultima eventualità è fortemente contrario il presidente Erdogan, che anzi esercita pressioni sulla CBRT affinché tagli il costo del denaro. Nel meeting della settimana scorsa, la banca centrale ha lasciato il costo del denaro al 14%, quando logica avrebbe voluto un suo aumento.

L'inflazione

Proprio per seguire le politiche monetarie non ortodosse improntate sui bassi tassi di interesse, il Paese è finito in una spirale inflazionistica spropositata. A maggio il tasso dei prezzi al consumo è salito al 73,5%, un livello che non si vedeva da 20 anni.

L'impatto iniziale delle nuove regole su prosetiti potrebbero fornire un sollievo a breve termine, ma solo una volta che le grandi aziende avranno ridotto la loro esposizione in valuta estera.

Consiglio: si possono trarre interessanti indicazioni sull'andamento della Lira, osservando il grafico Renko trading.

La reazione del mercato

Dopo la decisione delle autorità turche sui prestiti, la Lira ha guadagnato terreno. Il cambio USDTRY scambia a 16,7, il livello più elevato da tre settimane a questa parte. Ma comunque non si vedono figure di inversione trend trading.
Quest'anno la Lira resta la peggiore valuta nei mercati emergenti, poiché i tassi di interesse reali (tenuto conto cioé dell'infazione) sono i più negativi al mondo.

Nel frattempo l'indice Benchmark Borsa Istanbul 100 è sceso del 2,8%, il più grande crollo in più di due settimane, guidato dalle perdite per le società di esportatore. Spiccano le perdite dei colossi del vetro Turkiye Sise, Cam Fabrikalari e di quelli dell'acciaio Eregli Demir e Celik Fabrikalari.

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